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mercoledì 10 febbraio 2016
CERIMONIA DI COMMEMORAZIONE GIORNATA DEL RICORDO
Cerimonia di Commemorazione del Giorno del Ricordo
Cerimonia di Commemorazione del Giorno del Ricordo. Questa mattina a Sottomarina, come in tutta Italia, si è celebrato il Giorno del Ricordo per non dimenticare le ferite dell'esodo all'indomani dell'armistizio dell'8 settembre 1943 e i quasi diecimila italiani massacrati nelle foibe in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia.
In Piazza Todaro si è svolta la cerimonia ufficiale a cui hanno partecipato il vicesindaco, Luigi De Perini, le autorità civili e militari, i rappresentati delle associazioni d'arma e il sindaco e i rappresentanti del consiglio comunale dei ragazzi. Dopo l'alzabandiera e la deposizione di una corona d'alloro al monumento ai caduti, il corteo si è spostato all'Isola dell'Unione dove è stata deposta una seconda corona d'alloro davanti alla targa intitolata ai martiri delle foibe.
I ragazzi del CCR, progetto dell'ICC Chioggia 5, sono stati coinvolti in prima persona nelle cerimonie ed hanno distribuito ai partecipanti dei volantini per raccontare il lavoro didattico che stanno svolgendo: “Noi, oggi, ricordando questa tragedia, ci impegniamo a cercare di capire e approfondire cosa accadde in quegli anni, a studiare i documenti che attestano ciò che è veramente accaduto, a riflettere sulle conseguenze che si sono abbattute sulle migliaia di famiglie colpite – si legge nel documento firmato dal sindaco dei ragazzi, Davide Destro – Qui a Chioggia esiste una comunità di profughi istriani, che si è inserita nel tessuto sociale della nostra città, perseguendo obiettivi di vita rispettabile, di lavoro onesto, di contributo civile e sociale. Questo dato positivo e peculiare si può spiegare in tutta la sua profondità storica, studiando e ricollegando i molteplici fili di una ricca e complessa rete di relazioni economiche, sociali, culturali e umane in senso lato tra le due sponde dell'Adriatico, golfo e mare comune. Noi ragazzi vogliamo conoscere questi nostri concittadini di provenienza giuliana, istriana e dalmata, e valorizzare il loro originale patrimonio storico-culturale, ascoltare le loro drammatiche storie di profughi e conservarne la documentazione per scrivere insieme un'importante pagina di storia con un'ottica europea e di educazione alla cittadinanza”.
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