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venerdì 3 giugno 2016
ANCHE I FUSELLI DI CHIOGGIA ALLA BIENNALE DEL MERLETTO DI VENEZIA
Il merletto a tombolo di Chioggia partecipa alla Biennale del Merletto di Venezia 2016, in programma dal 4 al 13 giugno al museo del costume di Palazzo Mocenigo a Venezia e al Museo del merletto di Burano. Il programma degli eventi è molto ricco e variegato ed è consultabile nel sito dei Musei Civici Veneziani. Il 4 giugno è dedicato al convegno di studi che si svolgerà a palazzo Mocenigo. Dal 6 all'11 giugno si svolgeranno i laboratori delle 18 città che partecipano al progetto di candidatura del merletto italiano a patrimonio immateriale dell'umanità dell'UNESCO.
Chioggia si inserisce in questo contesto con il merletto a fuselli e sarà presente con alcune rappresentanti dell'associazione Il Merletto di Chioggia martedì 7 giugno al museo di Burano alla mattina e a Palazzo Mocenigo al pomeriggio per far conoscere le tecniche di lavorazione e la storia di questo antico mestiere.
Per il 12 giugno è prevista la visita ai luoghi del merletto: Chioggia e Pellestrina.
Il 13 giugno i sindaci delle comunità aderenti al Progetto (Bologna, Bolsena,Bosa, Cantù, Chiavari, Chioggia, Forlì, Gorizia, L'Aquila, Latronico, Meldola, Orvieto, Rapallo, Sansepolcro, Santa Margherita Ligure, Varallo Sesia e Venezia con Burano e Pellestrina) si incontreranno a Venezia per sottoscrivere il protocollo d'intesa a sostegno del progetto di candidatura del merletto italiano a patrimonio immateriale dell'umanità dell'UNESCO.
L'associazione Il Merletto di Chioggia si è costituita il 18 febbraio 2016 per spontanea aggregazione con lo scopo di salvaguardare e valorizzare il merletto tipico del territorio chioggiotto attraverso iniziative che favoriscano il recupero, la pratica e la diffusione delle tecniche e della cultura artigianale ed artistica tradizionale. Si occupa dell'attività didattica per l'insegnamento e l'apprendimento della tecnica di lavorazione rivolta a persone di qualsiasi età. Organizza, inoltre, dimostrazioni pubbliche di lavorazione a tombolo in occasione di manifestazioni e rievocazioni storiche, anche fuori dall'ambito locale.
La lavorazione del merletto a fuselli ha avuto una diffusione molto vasta e capillare nel territorio di Chioggia fin dai secoli passati ed è considerata a tutt'oggi un elemento identificativo della cultura locale. La tecnica del lavoro a tombolo era appresa dalle donne fin da bambine, si lavorava tutto il giorno fin che la luce lo permetteva presso le case, negli istituti di carità e di educazione. Attraverso il lavoro del merletto le giovani donne contribuivano a costituire la propria dote con manufatti per l'abbigliamento e per la casa; allo stesso tempo la produzione di merli, che veniva poi commercializzata, rappresentava un aiuto al sostentamento delle famiglie specialmente nei periodi di maggiore povertà. Un riferimento storico-letterario lo troviamo nelle Baruffe Chiozzotte di Carlo Goldoni:
Atto Primo, Scena I, alcune donne stanno lavorando merletti mentre aspettano il ritorno degli uomini dalla pesca
... Checca: Oh! bisogna donca, che spèssega a laorare; avanti che i vegna, lo voràve finire sto merlo.
Lucietta: Di', Checca: quanto te n'amanca a finire?
Checca: Oh! me n'amanca un brazzo.
Libera (a Checca): Ti laòri molto puoco, fia mia.
Checca: Oh! quanto xe che gh'ho sto merlo su sto balòn?
Libera: Una settemana. ....
Sul finire del secolo XVIII i grandi cambiamenti politici che avvennero in ambito europeo ebbero ripercussioni anche nella moda che si semplificò e fece notevolmente diminuire la domanda di merletti per l'abbigliamento. Comunque l'arte del merletto continuò ad essere praticata diffusamente all'interno delle famiglie e tramandata alle generazioni successive. La tecnica della lavorazione del merletto a tombolo a Chioggia ebbe un importante sviluppo proprio nell'Ottocento favorita dall'impegno educativo delle suore Canossiane del monastero di Santa Caterina che aprirono una scuola professionale riservata alle ragazze e giovani donne e che arrivò a disporre di quattro sezioni di tirocinio per merlettaie nella seconda metà del secolo.
Nel Novecento si continuò a trasmettere da madre in figlia l'arte del merletto sia perché rappresentava un contributo all'economia familiare, sia perché venne considerato un bene identitario che doveva continuare a vivere. Oggi questa attività viene espressa in maniera diversa dal passato attraverso gruppi e associazioni di persone che, guidate da insegnanti particolarmente competenti, stanno recuperando i valori di lavoro e di arte esibendoli in occasione di mostre e manifestazioni che stanno diventando sempre più frequentate ed apprezzate.
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