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lunedì 22 giugno 2015
PRIMO LUGLIO VISITE GRATUITE ALL'OSPEDALE DI CHIOGGIA PER...
Giornata Nazionale dell’Incontinenza Urinaria, primo luglio visite gratuite
A Chioggia una risposta a 360 gradi ai problemi di incontinenza urinaria “di lei e di lui”
le nuove sale operatorie in via di ultimazione
A Chioggia, i problemi legati all’incontinenza urinaria - "di lei e di lui" - trovano una risposta efficace e personalizzata a seconda delle necessità. Dal 2012, nell’Ospedale di Chioggia, è attivo un ambulatorio uro-ginecologico che affronta in maniera multidisciplinare i problemi delle donne, come ad esempio il prolasso dei visceri pelvici ed inoltre presso l’Urologia afferiscono sempre più pazienti di sesso maschile affetti da incontinenza urinaria conseguente ad interventi demolitivi per tumore alla prostata. L’Ospedale, pertanto offre un servizio capace di prendere in carico il paziente, sia di sesso femminile che maschile, durante tutto il suo percorso diagnostico, terapeutico e riabilitativo, fino al recupero delle sue funzionalità e al ritorno ad una vita sociale normale. Proprio in occasione della Giornata Nazionale dedicata all’Incontinenza Urinaria, il personale sanitario di Urologia e Ginecologia ha attivato il 1° luglio, in collaborazione con la FINCOPP (Federazione Italiana Incontinenti), un ambulatorio di visite gratuite per le donne incontinenti. Per accedere al servizio, basterà effettuare la prenotazione presso il CUP – Centro Unico di Prenotazione - dell’Ospedale e presentarsi presso l’ambulatorio numero 3, senza l’impegnativa del proprio medico di famiglia. “L’ambulatorio uro-ginecologico – hanno detto il primario di Urologia Giuseppe Tuccitto insieme al primario di Ginecologia Luca Bergamini – sta riscuotendo un discreto successo, tanto che all’anno vediamo 250 donne. Un servizio che punta sull’efficacia diagnostica (grazie ad uno studio uro-dinamico delle basse vie urinarie e di indagini sofisticate con la risonanza magnetica nucleare della pelvi femminile) e riabilitativa (le donne ritenute elegibili per un trattamento conservativo vengono avviate ad una riabilitazione del piano perineale, che viene eseguita presso l’Urologia da una fisioterapista). E che prevede anche un intervento di tipo chirurgico per quelle donne che non rispondono al trattamento riabilitativo. “La chirurgia per incontinenza urinaria e prolasso – ha spiegato Tuccitto - si avvale oggi di tecniche mini-invasive eseguite prevalentemente per via vaginale, in regime di Day Hospital e con un ritorno molto rapido alla vita lavorativa. Ogni anno vengono eseguiti in Urologia e Ginecologia oltre 50 interventi per tali problematiche. Inoltre, nei casi più complessi vengono eseguiti in collaborazione con la Ginecologia interventi “a cielo aperto” o in laparoscopia a seconda dei casi”. Ma, oltre agli interventi chirurgici applicati nella donna vi sono trattamenti che vengono riservati ad entrambi i sessi tipo le infiltrazioni vescicali di tossina botulinica nei casi neurologici e non neurologici di incontinenza urinaria da vescica iperattiva (oltre 15 casi in un anno) e l’applicazione di pacemaker vescicale (vengono eseguiti 3-4 interventi per anno) nei casi di ritenzione d’urina e di incontinenza urinaria da urgenza e di dolore pelvico cronico. Una tecnica molto sofisticata eseguita in tre centri urologici nel Veneto e che prevede la neuro modulazione con elettrostimolatore dei nervi del terzo forame sacrale. Infine vi sono degli interventi eseguiti nei soggetti di sesso maschile affetti da incontinenza urinaria susseguente ad intervento chirurgico per neoplasia della prostata tipo l’applicazione di protesi sfinterica: si tratta di due tecniche, una che prevede la riposizione di una fascetta di materiale protesico sotto l’uretra (ADVANCE) ed un’altra che invece prevede la riposizione di una cuffia attorno all’uretra bulbare, di una serbatoio retro pubico e di una pompetta allocata nello scroto (tutto interno). Nell’ultimo anno sono stati eseguiti presso l’Urologia dell’Ospedale di Chioggia 7 interventi di ADVANCE e 3 di protesi sfinterica AMS 800. “Promuovere l’umanizzazione – ha concluso il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben – significa anche creare servizi di questo tipo, capaci di rispondere a 360 gradi alle necessità dei pazienti, accompagnandoli per l’intero percorso diagnostico-terapeutico. Mai facendoli sentire un numero o abbandonati, fino al rientro a casa”.
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