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mercoledì 8 giugno 2016

SABATO 11 GIUGNO LA RICORRENZA DEI SANTI PATRONI DI CHIOGGIA, FELICE E FORTUNATO


L'11 giugno per i chioggiotti, più che per ogni altro, significa la ricorrenza della santità di Felice e Fortunato, martiri protocristiani di origine vicentina, adottati dalle nostre lagune. Come sempre, in occasione della festa -che quest'anno cade di sabato- il corso del Popolo sarà imbandito di bancarelle a carattere commerciale, artigianale e gastronomico, ma l'aspetto religioso sarà in primo piano con la processione delle ore 18 in partenza da piazza Vigo, guidata dal vescovo Adriano Tessarollo assieme ai sacerdoti e alle autorità.
Ma le celebrazioni iniziano nei prossimi giorni: giovedì 9 giugno, dalle ore 21, in cattedrale si terrà il concerto "Canto di misericordia" del quintetto Lyrique di Venezia, con il soprano Giuseppina Brienza, il flauto di Francesca Seri, Federico Parravicini al violino, Lorenzo Parravicini al violoncello, Mario Parravicini al clavicembalo. Mentre venerdì 10 alle ore 18 si celebrerà la messa dei Primi Vesperi sempre con monsignor Tessarollo e il clero cittadino.
Nella giornata di sabato, prima cerimonia liturgica alle ore 8 con la S.Messa del Capitolo, cui seguirà alle ore 9.30 la S.Messa con l'unità pastorale di S.Giacomo, S.Andrea, S.Domenico e Filippini. Indi, alle ore 11, la S.Messa con le comunità della Cattedrale, dei Salesiani e di Borgo S.Giovanni. Alle ore 19, una volta terminata la processione lungo il corso, verrà celebrata la S.Messa pontificale dal vescovo Adriano sempre in Duomo, il quale rimarrà aperto fino a tarda sera per la venerazione delle reliquie dei Santi.
«È auspicabile che queste feste non si riducano a manifestazioni culturali o economiche disancorate da un’autentica adesione di fede e spesso diventate monopolio di gruppi che perseguono finalità altre», scrive monsignor Tessarollo dalle pagine del settimanale diocesano Nuova Scintilla.

Patroni della città, Felice e Fortunato sono sempre rappresentati come due soldati romani. Trovati in preghiera in un bosco vicino alla città, per l'imperversare della persecuzione di Diocleziano (303-305), furono torturati e uccisi. I loro corpi, raccolti dai cristiani, furono conservati uno a Vicenza e l'altro ad Aquileia. In seguito alle invasioni barbariche, le reliquie conservate in quest'ultima città furono trasportate a Malamocco, dove si era stabilita una sede vescovile. Questa sede si trasferì nel 1100 a Chioggia, e con essa, per volontà del vescovo Enrico Grancarolo e con il consenso del Doge, anche le insigni reliquie. Attualmente sono conservate nella Cattedrale, racchiuse in una pregiata urna di squisita fattura, eseguita nel 1905 su disegno del chioggiotto Aristide Naccari.

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