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venerdì 10 febbraio 2017

POTERE ALLA PAROLA: FEDERICO BUFFA INCANTA IL TEATRO DON BOSCO CON LE OLIMPIADI DEL FÜHRER


Nel 2016 furono gli Oblivion a incantare il pubblico del Don Bosco con una raffica di canzoni mescolate, giochi di parole e battute satiriche. Ieri sera, in tutt'altra forma, il giornalista, telecronista e storyteller Federico Buffa ha lasciato di pietra la platea e la galleria del teatro salesiano raccontando alla sua maniera le Olimpiadi del 1936 a Berlino. Lo spettacolo, organizzato da Arteven nel quadro della stagione "Acque altre", si è protratto fino a dopo le 23, causando lievi insofferenze a chi si aspettava la solita routine comica e leggera, ma esaltando coloro che conoscevano il progetto: una decina di quadri storici realmente accaduti e solo un poco favoleggiati, con l'intervallo di un eccellente pianista e di una dotata vocalist a percorrere il repertorio del tempo (da Lili Marlene alle canzoni francesi), come a Chioggia si era avuto modo di vedere attraverso le pièce de Les Très Bien. Su tutto e su tutti lui, Federico Buffa, voce a mitraglia e memoria sovrumana, capace di appassionare con la storia di Jesse Owens e quella misconosciuta del maratoneta coreano Sohn, arruolato dagli occupanti giapponesi e risarcito cinquant'anni dopo portando la fiamma olimpica a Seoul. Ma anche le ore decisive per salvare Parigi nel 1944, il rapporto tra i grandi allenatori Vittorio Pozzo e Hugo Meisl, la mostruosa regia di Leni Riefenstahl nel film Olympia che ha celebrato i Giochi come voleva Hitler, dalla prospettiva delle piccole storie di chi era testimone degli eventi. Due ore di grandissima narrazione, di conoscenza, di amore per la parola: è per serate come questa che si torna sempre volentieri a teatro.

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