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mercoledì 1 luglio 2020

È UFFICIALE, NELL'ESTATE 2020 SALTA LA SAGRA DEL PESCE E OGNI MANIFESTAZIONE ENOGASTRONOMICA ALL'APERTO: COMUNE, «NORME TROPPO RESTRITTIVE»

Era nell’aria, e ce lo si poteva del resto aspettare. Per la prima volta nel dopoguerra la Sagra del Pesce 2020 non si farà: è stata infatti approvata stamane una delibera di giunta che sospende tutte le iniziative enogastronomiche organizzate direttamente dal Comune o da privati sul suolo pubblico, fino a nuove disposizioni. Oltre alla Sagra più amata da chioggiotti e turisti, che quest’anno sarebbe arrivata all’83^ edizione, salta così anche la Festa del Pescatore organizzata dalla Fondazione della Pesca (almeno per la parte conviviale) e ogni altra iniziativa di street food.
Non viene quindi fatta differenza con la défaillance, già annunciata ieri, della prevista Festa del Pesce Azzurro: anche se la Regione Veneto ha autorizzato lo svolgimento di manifestazioni consimili a partire dallo scorso 19 giugno, lo stesso assessore regionale Federico Caner ha fatto eccezione per quelle che prevedono un afflusso superiore alle mille persone, destinate a saltare. Così succederà per le altre kermesse della laguna sud, da Pellestrina a Portosecco, da San Pietro in Volta a Malamocco.
Il rischio di assembramenti e l’impossibilità di garantire il contingentamento degli afflussi -la Sagra del Pesce muove ogni anno complessivamente oltre centomila persone- sono a fondamento della decisione comunale di evitare lo svolgimento di queste iniziative, non essendoci nemmeno le location adatte, a Chioggia e a Sottomarina, per misurare la temperatura a ciascun partecipante, disporre ingressi e uscite separate, e ogni aspetto previsto dalle norme regionali e nazionali d’emergenza.
Manifestazioni comunali e private quindi seguono la stessa sorte, con grande rammarico in primis dell’assessora al Turismo e agli Eventi, Isabella Penzo: «Da cittadina dispiace perché adoro la Sagra, da amministratrice so che qualsiasi decisione non sarebbe stata indolore. Ma le norme sono troppo restrittive per poter organizzare in questo momento iniziative enogastronomiche con migliaia di persone».
Fino all’ultimo il Comune e gli organizzatori dei singoli stand avevano provato a verificare la possibilità di alternative, come l’accesso solo su prenotazione, ma i singoli aspetti avrebbero snaturato troppo lo spirito della tradizione. Quindi, la decisione di fermarsi è stata approvata da tutti, nella consapevolezza che la responsabilità all’esterno degli stand è solo del Comune.
Da considerare anche che l’ultima parola, in ogni caso, sarebbe spettata comunque alla Questura di Venezia, quanto all’autorizzazione della Sagra del Pesce e degli altri eventi del genere. Le stesse forze dell’ordine, peraltro, finora non si erano ancora espresse ufficialmente, attendendo di conoscere la linea del Comune.
Ufficialmente, la fine dello stato di emergenza in Veneto viene fatta coincidere con il 31 luglio: «Se dopo quella data il presidente Zaia “libera tutti” - assicura l’assessora Isabella Penzo - ci si siederà volentieri al tavolo per riorganizzare quello che si può».
Resta tutta da delineare, invece, la possibilità che i ristoratori del centro storico di Chioggia offrano -assieme al Comune- un programma di iniziative a carattere culinario in grado di non far sentire troppo la mancanza della Sagra del Pesce. La prossima settimana, intanto, è prevista anche una conferenza per annunciare il calendario residuo degli altri eventi estivi, quelli a impronta non gastronomica, assieme alle associazioni culturali operanti nel territorio: ed è possibile, in questo caso, qualche sorpresa positiva.

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