Ogni anno è sempre più un successo la Notte del Liceo Classico a Chioggia. Grazie alla preparazione del corpo docente e all'abnegazione degli studenti durante i primi mesi dell'anno scolastico, anche questa quinta edizione è scorsa tra la presenza di centinaia di persone, familiari, ex allievi ora all'università o già laureati, esponenti dell'amministrazione e della cultura cittadina, e i medici ospiti d'onore delle scelte effettuate dal liceo Veronese: "Medici e medicina secondo scienza e letteratura" è stato infatti il leitmotiv della serata, attraverso letture di brani (dal Giuramento di Ippocrate a lettere del Petrarca, a novelle di Buzzati), interpretazioni sceniche come "Il malato immaginario" di Molière o "L'amore delle tre melarance" di Carlo Gozzi, testimonianze di ex liceali ora alle prese con gli studi magistrali negli Stati Uniti, momenti musicali a cura dell'orchestra nata in seno alla scuola secondaria di primo grado Silvio Pellico.
È il professor Roberto Vianello, "anima" della manifestazione, a spiegare il perché dell'opzione medica: «Abbiamo inteso sfatare il mito che il liceo classico non si occupa di cultura scientifica. Da queste aule, storicamente, sono usciti anzi molti medici, e hanno sfondato nel lavoro, affermandosi anche grazie a quanto appreso qui». In questo periodo pare vada di moda dire che facendo il classico non si trova lavoro, eppure all'estero mai è stata così alta l'attenzione all'Italia e alla sua cultura, anche di origine latina e greca: «Sono lingue che aprono la mente, fanno ragionare, aiutano a risolvere i problemi, pongono situazioni complesse. Non è che chi si laurea dopo aver frequentato percorsi scientifici e tecnici sia avvantaggiato, peraltro».
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