venerdì 27 aprile 2018
SEICENTO BAMBINI AI CORSI "SALVA VITA" DI RIANIMAZIONE CARDIOPOLMONARE DELLA ULSS 3 SERENISSIMA
Quasi 600 i bambini hanno concluso, pochi giorni fa, il corso di rianimazione cardio-polmonare promosso dal Distretto di Chioggia della ULSS 3 Serenissima assieme alla associazione Cuore Amico. Si tratta della seconda edizione del progetto “I ragazzi salvano la vita” a cui hanno collaborato le quinte classi delle scuole primarie di Chioggia, Cavarzere e Cona, coordinate nel progetto dalla dirigente scolastica Lia Bonapersona dell'Istituto Comprensivo Chioggia 5 (scuola Bruno Caccin). «Abbiamo replicato questa esperienza anche quest’anno – ha detto il direttore generale della ULSS 3 Giuseppe Dal Ben – perché è importante diffondere la cultura della prevenzione fin dalla tenera età. L’insegnamento delle manovre di rianimazione cardio-polmonare nelle scuole primarie, infatti, è efficace perché, come riportato da numerosi studi scientifici, i bambini sono molto motivati, imparano in fretta e riescono a mantenere nel tempo le abilità acquisite. Rispetto agli adulti sono molto più recettivi avendo meno paura di sbagliare, minori inibizioni e maggiore disponibilità a mettersi in gioco. Iniziare in giovane età significa far sì che la rianimazione cardio-polmonare possa diventare come nuotare o andare in bicicletta: i bambini non dimenticheranno mai come si salva una vita». Il corso, organizzato nei plessi scolastici del territorio, è stato tenuto dalle infermiere dei reparti di Pediatria e Pronto Soccorso dell’ospedale di Chioggia -Simonetta Ecca, Jessica Chiodi, Laura Vianello, Cristina Doria- grazie al contributo di Cuore Amico. «Anche quest’anno – ha aggiunto il primario di Pediatria, dottor Mario Lattere - hanno partecipato con entusiasmo al corso numerosi bambini tra i 10 e gli 11 anni, imparando così a riconoscere uno stato di criticità come l’arresto cardiaco e mettere in pratica tutte le manovre salva-vita, come la rianimazione cardio-polmonare in attesa dell’arrivo del personale dei servizi medici di emergenza. Una iniziativa che nasce dalla necessità di aumentare la diffusione dell’abilità delle manovre nella popolazione laica (cioè non sanitaria) in quanto, la rianimazione praticata dai testimoni presenti al momento dell’episodio critico aumenta di molto la percentuale di sopravvivenza del paziente». L’arresto cardiaco extra ospedaliero, senza che la rianimazione cardiopolmonare abbia effetto, è la terza causa di morte nei Paesi industrializzati. Molte di queste vite potrebbero essere salvate se un maggior numero di soccorritori “laici” fosse in grado di praticare immediatamente la rianimazione cardiopolmonare. I tempi di risposta dei servizi di emergenza sanitaria possono essere di diversi minuti o anche più lunghi. Sfortunatamente, in caso di arresto cardiaco, il cervello comincia a “morire” dopo soli 3-5 minuti di assenza di flusso sanguigno. La rianimazione cardiopolmonare effettuata dagli astanti aumenta la percentuale di sopravvivenza del paziente: è lo scopo nel divulgare la conoscenza delle manovre salvavita.
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