giovedì 8 luglio 2021
SMARTIES.BIO: DUE "CONTADINI" IPERTECNOLOGICI CHIOGGIOTTI SUL NEW YORK TIMES
All’ingresso della tenuta della start-up Smarties.Bio fa bella mostra di se’ una scultura emblematica , ricavata da un albero dal padre di Andrea Ghedina, uno dei due soci dell'azienda sementiera.
In essa il tronco si trasforma in una creatura che guarda verso il cielo, il tutto attraversato da una spirale simboleggiante quella del DNA che parte dalla terra innalzandosi verso l’alto.
Ed è quello che fanno Luca Bertaggia e Andrea Ghedina nella loro dinamica azienda che, da Chioggia, è arrivata sul New York Times grazie a una collaborazione con piccoli agricoltori statunitensi molto interessati alla produzione di ortaggi tipici, veneti e italiani, perché la loro clientela potesse riscoprire sapori tradizionali di ortaggi di cui la Smarties.Bio lavora i semi.
L'azienda è nata circa 6 anni fa, dopo un'esperienza lavorativa vissuta in comune in qualità di leader del reparto ricerca e sviluppo di una ditta sementiera.
La comune passione li ha portati a costituire una realtà indipendente, volta a tutelare le culture autoctone, nel renderle più attuali nel mercato.
Si tratta di culture di nicchia, apprezzate soprattutto all’estero, che talvolta vengono mantenute in purezza dagli stessi agricoltori che ne custodiscono personalmente i semi.
L'idea base dei due giovani è quella di rivalorizzarne le peculiarità, creando un seme sano, esente da betteriosi o da fitopatie, esaltandone le tipicità e rendendoli professionali nella loro uniformità. Ciò soprattutto per le varietà che il mercato globale ritiene meno interessanti e prestanti.
Il lavoro che compie la Smarties.Bio è un lavoro abbastanza complesso che si svolge nell’arco di più anni. La loro figura professionale è quella di costitutori varietali e consiste nel recuperare e collezionare le tipicità locali acquisendole dagli agricoltori intenzionati a cederle. Qua inizia il loro lavoro di selezione e miglioramento dei caratteri dei semi in modo naturale, non ogm, rispettando i cicli di madre natura, individuando gli esemplari migliori all'interno di una popolazione, riunendoli in isolamento all'interno di serre apposite a creare una varietà migliorata da un punto di vista agricolo, ottenendo un prodotto professionale, testimoniato da analisi e da certificati di garanzia.
La matrice dell'azienda è volta verso l'estero e il loro prodotto è maggiormente apprezzato oltre confine, soprattutto in America, dove si vogliono riscoprire i sapori italiani, ma ha il suo mercato anche in Italia.
Luca Bertaggia proviene da una famiglia ortolana, tuttora il padre coltiva 40 ettari di terreno, ha la possibilità quindi di fare un confronto sul campo tra quella che era l’agricoltura nel passato e quella che è al giorno d’oggi. Attualmente il settore non sta facendo molto per rinnovarsi, afferma, al contrario del mercato che si sta rinnovando con una velocità maggiore, ciò a discapito dei piccolissimi produttori che faticano molto a reggere il passo con il tipo di mercato che si sta imponendo.
Le tipicità autoctone che non interessano ai grandi produttori potrebbero essere la chiave per ridare valore al lavoro di coloro che si sentono soffocare delle esigenze attuali.
Il radicchio, la tipicità clodiense che gli orticultori locali hanno saputo con maestria portare alla luce, potrebbe anch'esso avvantaggiarsi della competenza dell’innovativa start-up, il cui aiuto potrebbe influenzare l'attuale monocultura classica, che lega le proprie fortune a un singolo prodotto.
L’idea di sviluppare un’azienda innovativa nel campo del seme nasce da una passione comune che lega i due soci nel voler individuare e migliorare varietà di semi da introdurre nel mercato, appassionandosi in particolar modo delle autenticità territoriali, esaltandone le peculiarità e dando loro nuova vita.
I due soci vogliono lavorare con lo scopo di esaltare al massimo la variabilità degli ortaggi, diversificandone le caratteristiche, accontentando le richieste attuali del mercato che si rivolge alle loro competenze, opponendosi alla ricerca di uniformità e standardizzazione di gusti del mercato globale.
I progetti per il futuro sono molti, primo fra tutti il continuare a scoprire tipicità locali estendendo l’interesse, ora focalizzato alle tipicità venete, verso tutta la penisola italiana.
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