domenica 4 luglio 2021
COMMEMORAZIONE DEL 77° ANNIVERSARIO DELL'ECCIDIO DELLA FAMIGLIA BALDIN/MANTOVAN
Cavanella d'Adige, 77° anniversario dall'eccidio fascista della famiglia Baldin e Narciso Mantovan
comunicato ampi: Questa mattina, a Cavanella d'Adige, il comitato ANPI di Chioggia ha commemorato -attraverso un omaggio floreale- l'eccidio dei civili Mariano Pierino Baldin, Ortensia Boscarato, Ennio Baldin e Narciso Mantovan da parte delle squadracce fasciste. Grazie a tutte e a tutti i convenuti, in particolare alla consigliera comunale Barbara Penzo e a Cosimo Moretti dell'ANPI provinciale, per la propria presenza in loco.
«Ciò che è accaduto in questi paraggi il 5 luglio 1944, e il motivo per cui siamo qui oggi, è ormai universalmente noto anche nei suoi aspetti deteriori, come le vergognose amnistie repubblicane alle squadracce fasciste, assassine dei civili Mariano Pierino Baldin, Ortensia Boscarato, Ennio Baldin e Narciso Mantovan, i cui responsabili entro dieci anni dai fatti erano di nuovo liberi. Di questo ho parlato, giusto qui, un anno fa: c’è il saggio storico di Marco Rossi, c’è il cortometraggio realizzato da Francesco Zennaro e visibile in Rete negli spazi del locale comitato ANPI.
Parlerò invece della piacevole sorpresa che mercoledì scorso mi ha colto in calle Manfredi a Chioggia, nell’accedere a fatica al cortile della ex scuola Principe Amedeo, per assistere alla presentazione del diario della prigionia di Sante Amelio Boscolo Chio, internato militare di Sottomarina sopravvissuto ai campi nazisti di lavoro, poi protagonista della rinascita politica e sindacale della città.
La sorpresa è data dal fatto che a cinque minuti dall’inizio teorico dell’evento la platea era già completamente esaurita, tanto da serrare le porte e impedire a eventuali ulteriori spettatori di entrare, salve provvide intercessioni. Una situazione che mi ha ricordato quando, nel 2019, non era bastata l’aula magna di palazzo Grassi per la prima visione dell’Ultimo Partigiano, il documentario relativo alla vita e alla militanza di Zerlino Boscolo Marchi. Come sapete, Zerlino non c’è più: quest’anno trascorso tra una cerimonia al cippo di Cavanella e la successiva è stato feroce con gli attivisti della memoria antifascista nel territorio, privandoli anche del loro alfiere, Berto Vido, e del generoso William Gavagna, che ci mancano ogni giorno di più.
Dicevo dell’iniziativa all’Università Popolare. La figlia di Amelio Chio, professoressa Maria Elisa, ha utilizzato un’espressione che mi è capitata spesso di usare nei discorsi per il 25 Aprile, qui o a Ca’ Zennare, e della quale sono sempre più convinto: «Sono le piccole storie a comporre quella grande», la somma di esistenze ed episodi marginali ma del tutto simili fra loro a scrivere il destino di una terra, di una nazione, di un continente. I Baldin e Mantovan come i morti di Marzabotto, Pedescala e Stazzema, il cui sindaco Maurizio Verona ha lanciato l’Anagrafe Antifascista e il disegno di legge per mettere al bando la propaganda nera in tutta Italia: oggi le firme, raccolte in gran numero anche dall’ANPI di Chioggia, sono in Parlamento per l’avvio della discussione.
Dalla serata di mercoledì è emersa anche l’importanza di traslare al presente le sofferenze indotte dalla memoria, combattendo gli stessi aberranti disvalori che i nostri nonni e bisnonni hanno combattuto nel Ventennio e poi in guerra. Le notizie provenienti quotidianamente dal Mediterraneo, dai campi balcanici, dalla Libia dicono che non vi è antifascismo se non vi è inclusione, non vi è antifascismo se non v’è accoglienza, non vi è antifascismo se non vi è solidarietà reale.
Quella di oggi è l’ultima ricorrenza prima delle prossime elezioni: in questi anni il comitato ANPI ha lavorato in sintonia con l’amministrazione, con il consiglio comunale, con la giunta. Ha avviato il lungo percorso delle Pietre d’Inciampo, ha ottenuto l’unanime votazione per istituire un toponimo alle partigiane e ai partigiani antifascisti (chiesto proprio da Zerlino), la cui intitolazione è arrivata alle strette finali. Resta il rammarico per non aver conseguito l’istituzione di una sala del commiato laico, ma il tema verrà posto con forza all’attenzione di chi amministrerà la città dal mese d’ottobre.
In tal senso, auspichiamo che la prossima giunta cittadina non solo sia antifascista, ma senta il dovere di promuovere la conoscenza della storia, soprattutto quella del Novecento, tra la popolazione e la gioventù, dedicando parte del budget alle ricerche d’archivio, corporate o indipendenti, e a organizzare appuntamenti come quello dell’Università Popolare che -come abbiamo visto- richiamano un numero di interessati superiore al previsto.
Anche perché la ricerca non finisce mai: ho scoperto di recente che il Centro di Ateneo per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea in seno all’Università di Padova conserva nei propri fondi i documenti delle brigate partigiane Vittorino Fiore e Clodia, e del CLN di Chioggia. Sarà mia cura, a fine mese, recarmi in sede per visionarli ed eventualmente portare alla luce novità inedite. Grazie ancora della vostra importante presenza, utile a testimoniare come la ricorrenza nel calendario non è uno stanco rito cui adempiere, ma una necessità che tuttora dobbiamo a queste quattro persone e a tutte e tutti coloro che hanno vista recisa la propria vita per mano di un regime abietto, che ancor oggi qualcuno cerca di giustificare, imitare o ripetere».
L'orazione pronunciata dal vicepresidente del comitato ANPI di Chioggia, Enrico Veronese
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