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lunedì 20 ottobre 2014

PER UN GIOCATORE AVERE I SOLDI E' COME PER UN DROGATO AVERE LA COCAINA - CURARE LA DIPENDENZA DAL GIOCO

Curare la dipendenza dal gioco: psicoterapia, gruppi di auto aiuto, rieducazione alla gestione del denaro Un’azione condivisa tra il Dipartimento per le Dipendenze dell’Ulss 13, i Servizi Sociali dei Comuni e i gruppi Giocatori Anonimi “Avere in mano i soldi, per un giocatore, è come per un drogato, avere in mano la cocaina”. Il Gioco d’Azzardo Patologico (comunemente definito come ludopatia) è una malattia come lo sono l’alcolismo e la dipendenza da droghe e come tale, è seguita dai Ser.D delle varie Ulss venete. “Una patologia, che desta grande preoccupazione - spiega il direttore del Dipartimento per le Dipendenze dell’Ulss 13 Mauro Cibin - anche se non abbiamo ancora dati significativi, perché “appena nata” in Italia (la stima dei giocatori d'azzardo patologici varia dallo 0,5% al 2,2%, dati del Ministero della Salute, 2012)”. Nell’Ulss 13 il servizio è stato attivato prima a Mirano alcuni anni fa e lo scorso anno a Dolo. Attualmente sono seguite circa settanta persone (il 66% sono uomini), il 10% delle quali già dipendenti da altre sostanze come l’alcol o la droga. “Il fenomeno è sotterraneo, ma in crescita – continua Cibin – e questo per due fattori. Il primo dettato dalla situazione sociale (la crisi economica e lavorativa pesa molto psicologicamente) e dalla predisposizione al problema (un individuo può giocare qualche volta per tutta la vita e non ammalarsi e un altro, invece, diventare dipendente) e il secondo influenzato dall’offerta (prima di dieci anni fa, in Italia, il gioco quasi non esisteva, ora è esploso in maniera massiccia e le macchinette per giocare si trovano ovunque)”. Il dottor Mauro Cibin La rapida e facile accessibilità al gioco fa crescere il problema. “Quando si dice – aggiunge Cibin – circoscriviamo il gioco d’azzardo in alcuni posti ed evitiamo di metterlo ovunque, ha un senso ben preciso: una cosa significava sapere che per giocare, ad esempio, si doveva andare a Venezia, al Casinò, per cui ci si pensava due volte prima di spostarsi apposta; un’altra cosa, invece, è trovare il gioco sotto casa, per non parlare del fatto che ora si può giocare anche distesi a letto connessi a internet”. Come fa crescere il problema anche la tipologia del gioco, che negli ultimi anni è molto cambiato: ora si tende a giocare sempre di più in solitudine e i giochi (slot e giochi in internet sono i più pericolosi) sono studiati proprio per creare dipendenza. Ma si può guarire dalla dipendenza da gioco? “Sì – risponde Cibin – ma non con le medicine. Da un lato abbiamo una rete, che abbiamo costruito con gli assistenti sociali dei Comuni e i gruppi dei Giocatori Anonimi, fondamentale in termini di supporto e cura del problema; dall’altro, mettiamo in campo i nostri strumenti, come le cure psicologiche e la rieducazione alla gestione dei soldi. Perché, come è vero che dalla cocaina si guarisce facendo a meno della droga, dal gioco si guarisce rieducandosi all’uso corretto del denaro: non ci si può allontanare e fare a meno dei soldi in assoluto”.

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