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lunedì 22 agosto 2016

"LAGUNA SUD" CON ANDREA SEGRE: DOCUMENTARI E LABORATORIO A CHIOGGIA, LA CITTÀ CON FAME DI CINEMA


Chioggia eterno set cinematografico, sempre troppo poco sfruttato dal grande schermo nonostante enormi potenzialità, da più parte sostenute ma quasi mai messe in pratica da una Film Commission o dalle piccole e grandi produzioni di Cinecittà e dintorni. Non solo: la città come trama e sfondo di storie private, vere o verosimili, indagata dall'occhio delle telecamere di chi magari la vede per la prima volta. Per il secondo agosto consecutivo torna l'appuntamento con le Giornate degli Autori in seno alla Mostra del Cinema di Venezia, fortemente voluto dall'ex assessora alla cultura Alessandra Lionello grazie anche al legame col regista Andrea Segre (“Io sono Li”), chioggiotto per parte di madre: quattro proiezioni indipendenti al chiostro della Guardia di Finanza nell'isola di San Domenico, da giovedì 25 a domenica 28 agosto, e nel weekend un laboratorio di sceneggiatura e ripresa -ubicato a palazzo Grassi- per dieci autori cittadini e non, dal tema “Amori e giochi tra calli e canali”. Questo è “Laguna sud – cinema fuori dal palazzo”, il giusto titolo per una città che continua a soffrire la carenza di sale: eccetto il benemerito apporto dei padri Salesiani al Don Bosco, ricordato dallo stesso Segre in conferenza stampa, con riferimento soprattutto al cinema d'impegno e d'attualità.

«Non sapevo se questa seconda edizione avrebbe potuto tenersi», esordisce Segre, «dal momento che devo iniziare le lavorazioni del mio nuovo film. Ma aspetteranno un po'». Il cineasta padovano snocciola i numeri della crescita: «Lo scorso anno il laboratorio a tema cucina, con Don Pasta, ha avuto successo anche se un po' improvvisato. Ora gli organizzatori Apollo11, ZaLab e CentoAutori hanno messo dei fondi per promuoverlo anche più lontano, così sono arrivate trenta iscrizioni da diverse regioni d'Italia», tra le quali verranno scelti i dieci partecipanti. Partner operativo quest'anno è Apollo11 di Agostino Ferrente, stimato regista di cinema documentario, tra coloro che hanno riscoperto il genere che oggi viene distribuito e vince premi ovunque (vedi “Fuoco a mare” e “Sacro GRA” di Gianfranco Rosi): «Il documentario viene riconosciuto come caratteristica del cinema italiano perché è parte dalla storia del nostro cinema», continua Segre. Ferrente ha girato “Orchestra di Piazza Vittorio”, da cui è nata la band stessa, e “Le cose belle” che verrà proiettato domenica 28 agosto a San Domenico: «Un film di grande umanità e delicatezza, uscito un anno fa alla Mostra del Lido», dice Segre. Nell'opera, Ferrente incontra i protagonisti di un suo film di dieci anni prima, ragazzini di Napoli cui era stato chiesto di descrivere il proprio futuro.
Nelle altre serate, anche un film tunisino che narra la loro primavera del 2011 nel Paese mediterraneo, girato da una regista locale che è anche musicista, Leyla Bouzid; il via con “Arianna” di Carlo Lavagna la sera di giovedì 25 agosto. Tutti i film trattano temi di attualità, e -nelle intenzioni dei promotori- cercano di superare le difficoltà nelle piccole città ad avere cinema con proiezioni indipendenti non vocate al solo divertimento: «Una ferita grave», il parere di Segre che senz'altro condividiamo. Ad Agostino Ferrente si deve anche la scelta del tema per il laboratorio: «Lui è legato ai racconti dell'infanzia», specifica Segre. «Mi ha chiesto cosa si fa nelle calli di Chioggia, gli ho risposto: si gioca e ci si innamora, quando non ci sono troppe macchine, poi magari si litigava anche... Così andiamo a vedere cosa è rimasto, ci facciamo raccontare da vecchi e nuovi bambini. L'ultimo giorno, domenica 28, proietteremo le immagini che avremo girato per la città assieme ai nuovi registi, chioggiotti e non».

Tra i partner dell'iniziativa anche la Fondazione Clodiense, che ospita il laboratorio nella sede di Palazzo Grassi. Così l'architetto Giancarlo Munari: «L'iniziativa è di respiro nazionale, ci sono anche borse di studio, inaspettato il numero delle richieste». Secondo Munari, “Laguna sud” è «un anticipo di Biennale con ricadute sul territorio», e vi è speranza di andare avanti col progetto nei prossimi anni: «Vogliamo farlo diventare stabile». Allo scopo, la Fondazione rivolge un appello: «Abbiamo bisogno di essere accompagnati da contributi privati e da un impegno di spesa da parte del Comune».
Chiamata in causa, l'assessora Trapella rivela entusiasta di aver voluto partecipare al laboratorio, ma di desistere dato l'elevato numero di aspiranti, elogia «una locandina splendida, sensuale, evocativa» e caldeggia la visione di “La prima luce”, film di Vincenzo Marra con Riccardo Scamarcio, ambientato a Bari e incentrato sulle adozioni internazionali, tema molto caro all'attività professionale dell'assessora. “La prima luce” sarà proiettato a San Domenico sabato 27 agosto.

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