Si è concluso in questi giorni l’innovativo progetto che ha avuto per protagoniste due classi quarte (sezioni A e C) del liceo delle Scienze Umane in seno all'istituto Veronese-Marconi di Chioggia, e ben 72 classi delle scuole primarie dell'intero territorio clodiense, nell'ambito di un percorso trasversale per le competenze e l'orientamento (ex alternanza scuola-lavoro).
Gli studenti delle due classi del liceo, coordinati dalle docenti Silvia Farina e Alessandra Bazzarello, nonostante la didattica a distanza sono riusciti a creare alcuni libri digitali interattivi rivolti ai bambini della scuola primaria, coinvolgendo allievi e insegnanti in videoconferenze vivaci e partecipate. Oggetto delle storie -narrate per immagini, suoni e colori- è stata l’educazione civica, una disciplina che dal presente anno scolastico è tornata a essere obbligatoria.
All’inizio non sembrava un'operazione facile: per gli studenti si trattava di acquisire un nutrito pacchetto di competenze informatiche e digitali, indispensabili per la creazione dei materiali interattivi (cartoni animati, giochi educativi, canzoni inseriti nei libri digitali); quindi bisognava selezionare i contenuti, adattandone la complessità e il linguaggio alla portata dei bambini.
Gli studenti delle Scienze Umane quindi, grazie anche agli studi di psicologia e pedagogia che caratterizzano il loro spettro formativo, sono riusciti a creare materiali digitali interattivi e inclusivi, adatti alle età e alle caratteristiche degli allievi delle singole classi delle scuole primarie e, nel rispetto delle indicazioni ministeriali, hanno confezionato learning objects (contenuti di apprendimento), raccolti in libri animati virtuali caratterizzati ciascuno da uno sfondo integratore: una storia, un personaggio, legati ai temi di educazione civica previsti per la scuola primaria.
Gli insegnanti hanno potuto scegliere quindi fra diversi argomenti come l’inquinamento, i diritti, la Costituzione, le emozioni, la diversità, i cambiamenti climatici, il bullismo e il cyberbullismo: «Una bella opportunità - spiegano le professoresse - per promuovere anche ai più piccoli questioni importanti, in continuità con i programmi di educazione civica, ma in maniera originale. E anche una palestra per gli studenti del liceo, che si sono messi alla prova quali educatori in situazioni reali».
A monte della felice riuscita c’è stato un gran lavoro da parte delle insegnanti, che hanno saputo trovare una soluzione all’impasse normativo: i ragazzi e le ragazze di 4^ liceo, ad esempio, dovevano completare il proprio percorso per le competenze trasversali e l’orientamento, ma non potevano andare fisicamente a lavorare coi bambini nelle loro classi, causa le disposizioni per il contenimento del contagio. Il progetto iniziale, dunque, è diventato “smart” grazie al linguaggio dei giochi interattivi, con cui sono stati tradotti i contenuti di educazione civica.
Il risultato è stato sorprendente anche per il numero di classi che hanno aderito: la dimensione umana e relazionale ha preso il sopravvento, gli studenti -seppur dietro ad uno schermo- sono stati consapevoli ed emozionati, e non si sono risparmiati nel profondere energie. I bambini hanno gradito, rispondendo con entusiasmo e partecipazione all'offerta, dimostrando di riuscire a superare con l’empatia la condizione innaturale di distanza dovuta al lavoro tramite videoconferenza, e mostrando rispetto nei turni di comunicazione.
Le videoconferenze si sono trasformate in esperienze di umanità molto concentrate, tanto da rappresentare l’essenza stessa dell’educazione civica: partecipare, comunicare e condividere. Con la consapevolezza che, oltre a studenti, piccoli e grandi, si stavano confrontando futuri cittadini.
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