Una sala buia, con teli neri sopra i quali vengono proiettati i volti delle donne cancellate dal femminicidio, disegnati a china. I loro nomi, l'elenco scientifico del modo in cui sono state terminate, il più delle volte dal compagno effettivo o dal pretendente respinto. Le danzatrici del gruppo Chòrea che volteggiano in bianco spargendo petali, anime luminose e innocenti delle vittime. I dialoghi serrati della giovane compagnia teatrale De Gustibus, testi di verità quasi cronachistica vergati dalle tante Valentine che nell'amore credevano.
Non può lasciare indifferenti, l'allestimento di "Femminicidio 2015-2019" a cura dell'artista Paola Volpato, inaugurato oggi alle 18 alla sala espositiva del Museo civico in campo Marconi a Chioggia, per le Giornate internazionali contro la violenza sulle donne. La mostra, fortemente voluta dal Comune, ha vissuto fin dall'attesa di una forte partecipazione del pubblico, donne ma non solo, che in silenzio hanno ascoltato l'introduzione da parte delle assessore Isabella Penzo (cultura) e Genny Cavazzana (pari opportunità), oltre che della ex parlamentare Delia Murer che aveva fatto ospitare l'esposizione anche alla Camera dei Deputati durante la scorsa legislatura.
Poi si è disvelato il manto nero della notte infinita di questo periodo storico, col suo carico di dramma nel pozzo senza fondo, visitabile fino al 6 dicembre prossimo: la sala adiacente al Museo rimarrà aperta ogni giorno con orario 10.30-12.30 e 17-19.
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