In occasione del ventesimo anniversario dalla costituzione di Opera Baldo, alla chiesa di San Martino in campo del Duomo a Chioggia ha aperto ieri la mostra "Il Rinascimento dei bambini, 600 anni di accoglienza agli Innocenti di Firenze", presentata la scorsa estate al Meeting dell'Amicizia dei Popoli di Rimini. L'allestimento rimarrà visitabile fino all'8 dicembre: questa domenica 1° dicembre, intanto, dalle ore 17 i temi dell'esposizione saranno trattati dalla curatrice Mariella Carlotti in un incontro alla pinacoteca della SS.Trinità. La mostra è aperta tutti i giorni dalle ore 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.
«Usciti dal Meeting - racconta il presidente di Opera Baldo, Piergiorgio Bighin, ci siamo detti: questa è la mostra che ci piacerebbe portare in città per parlare di noi! Perché uno sogna una accoglienza così, attenta alla persona in tutti i significati, legati alla cura dei più piccoli. Quello degli Innocenti è un patrimonio culturale unico al mondo, che oggi mantiene intatto il valore per la conservazione e valorizzazione della cultura dell’infanzia e nel contempo per l’impareggiabile bellezza. È bellezza fin dal portale d’ingresso di quel Brunelleschi autore dell’impensabile cupola del Duomo, fin nei medaglioni posti tra arco ed arco dove appaiono i bambini in ceramica invetriata di Luca della Robbia, uno diverso dall’altro, ad accompagnare il porticato di una delle costruzioni più straordinarie del rinascimento.
È incredibile che per dei bambini abbandonati, per i derelitti, sia stato pensato questo luogo magnifico in una città che si prendeva cura di tutti i suoi figli ma ai più sfortunati destinava uno spazio degno dei principi… Ogni opera è tesa a diventare così, almeno nelle sue intenzioni iniziali, come quando Carmen Baldo descriveva la casa che aveva finalmente riscattato dalla famiglia per farvi abitare i suoi primi ragazzi orfanelli definendola "isola fiorita, cantiere nato per forgiare navi veneziane, ora trasformato in cantiere per forgiare anime umane". Queste istituzioni, queste persone sono state capaci di offrire il meglio per questi figli derelitti in tempi e luoghi diversi. Noi abbiamo scelto questo paragone, irraggiungibile, ma per niente di meno ci saremmo impegnati e ci impegneremo per gli anni a venire. Per questo abbiamo offerto a noi stessi e alla città di Chioggia questa mostra».
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