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sabato 25 gennaio 2020

LUNEDÌ IN PREFETTURA UNA MEDAGLIA PER AMELIO BOSCOLO CHIO, INTERNATO MILITARE NEI LAGER NAZISTI. PRESTO PUBBLICATI I SUOI DIARI DALLA PRIGIONIA

Lunedi 27 gennaio, nella sede della Prefettura di Venezia a Ca’ Corner, il prefetto Vittorio Zappalorto -su disposizione del Presidente della Repubblica- consegnerà ai familiari di Sante Amelio Boscolo Chio (in sua memoria) la medaglia d’onore prevista dalla legge del 27 dicembre 2006 in favore dei cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra. Amelio Boscolo Chio, caporale del 72° Reggimento Fanteria, dopo tre anni di guerra al servizio del regio esercito, in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943 fu catturato dai tedeschi a Pritzrendi nell'attuale Kosovo (allora Albania) e internato nei campi di concentramento. Rifiutatosi ripetutamente di collaborare con i nazisti, fu sottoposto a due anni di lavoro forzato nei lager indicati come Stalag X A nei pressi di Soltau e Stalag XI A, dipendente da Altengrabow, fino al 13 giugno 1945, giorno del suo rimpatrio.
Nato in una famiglia di ortolani di Sottomarina, Amelio Chio frequentò il liceo classico e i corsi di Teologia al Seminario Vescovile di Chioggia. Militò nelle file dell’Azione Cattolica, anche in contrapposizione al fascismo. Richiamato al fronte, affrontò fino in fondo la terribile esperienza di quella che oggi viene chiamata “Resistenza senz’armi”, vivendola con grandissima responsabilità nei confronti dei compagni di battaglione nel ruolo di “fiduciario”. Non raccontò mai i terribili fatti, ma custodì fino alla morte in tre quaderni il suo “Diario della prigionia” scritto durante l’internamento in Germania, e di prossima pubblicazione.
Tornato in Italia, entrò nella Democrazia Cristiana e divenne presidente del Comitato di Liberazione Nazionale di Sottomarina dal settembre 1945 a luglio 1946. Assunto in qualità di segretario dalla Cooperativa Ortolani, dove lavorò per 32 anni, ne assunse subito il ruolo di direttore divenendo il protagonista del grande sviluppo del settore orticolo. Si sposò ed ebbe tre figli. Fedele alla sua classe, scelse all’interno del suo partito la corrente della sinistra sociale; fu anche segretario politico locale della DC, per la quale dal 1951 fu eletto consigliere comunale fino al 1978 e poi provinciale. Fu anche assessore provinciale all’Assistenza, quindi alle Finanze e Bilancio, rieletto per 25 anni fino al 1975.
Nominato prima Cavaliere della Repubblica, poi Cavaliere ufficiale e quindi Commendatore, Chio ricevette il Premio di Fedeltà al lavoro della Camera di Commercio. Morì nel dicembre 2000, all’età di ottantotto anni. Domenica 27 settembre inoltre, in occasione del 77° anniversario dell'Internamento davanti al Museo Nazionale dell'Internato Ignoto di Padova, ci sarà la consegna e la benedizione di una piccola lapide che sarà collocata nel Tempio, in memoria di Amelio Boscolo Chio e di altri 29 internati.

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