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mercoledì 27 gennaio 2021

GIORNATA DELLA MEMORIA 2021, STAMANE IL PERCORSO DEL COMUNE E DELL’ANPI FRA LE PIETRE D’INCIAMPO DI CHIOGGIA, SOTTOMARINA E CAVANELLA D'ADIGE

Un percorso della memoria, snodato entro le tre "stazioni" delle Pietre d'Inciampo, ha tessuto stamane il filo della Giornata che ricorda l'ingresso dell'Armata Rossa nel campo di sterminio di Auschwitz, il 27 gennaio 1945. Il comitato chioggiotto dell'ANPI e il Comune di Chioggia, per celebrare la ricorrenza pur nelle restrizioni sanitarie in corso, hanno organizzato appunto un sentiero ideale iniziato alle 9 a Cavanella d'Adige, davanti alla Pietra che ricorda il sacrificio del marinaio Giusto Grego.

Poi il passaggio a Sottomarina, dove l'anno scorso era stata messa a dimora la Stolpersteine (Pietra d'Inciampo) in memoria del sergente nocchiere Giulio Bergo Oro, quindi in piazza Poliuto Penzo a Chioggia per ricordare il militante partigiano Guido Lionello. In tutti e tre questi luoghi, l'assessora alla Cultura Isabella Penzo ha deposto un omaggio floreale e affisso un adesivo per l'anniversario.

Particolarmente commovente il passaggio in via San Marco a Sottomarina, dove ieri sera il nipote di Giulio Bergo, Rinaldo Oro, aveva acceso un cero a illuminare la Pietra perfettamente ripulita: un analogo cero è stato deposto a Bielany, in Polonia, dove nei giorni scorsi un giornalista del luogo ha rinvenuto la tomba di Giulio, nel sacrario militare italiano, recante il numero 98 all'interno di una lunga camera dove riposano anche i commilitoni.

Proprio lunedì, all'età di 98 anni, è scomparso Ilario Oro, fratello di Giulio, che l'anno scorso aveva presenziato alla cerimonia della posa della Pietra da parte dell'artista tedesco Gunter Demnig.

La staffetta della memoria si è infine conclusa alla biblioteca civica Sabbadino con la consegna di un mazzo di garofani bianchi e rossi da parte dell'assessora Penzo al sindaco Alessandro Ferro e al presidente del consiglio comunale Endri Bullo, i quali si sono recati all'interno per deporre l'omaggio floreale alla lapide che ricorda i 32 deportati cittadini che non sono tornati. Nell'occasione, il professor Sergio Ravagnan ha comunicato di aver ricevuto notizia e documenti di ulteriori dieci vittime chioggiotte dei lager.

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