Successo ieri sera, al centro di formazione professionale Enaip all'isola dell'Unione, per la cena di solidarietà organizzata dall'associazione Cashmere e dal centro Anna Dupuis allo scopo di raccogliere fondi da destinare a chi ha subìto danni dalle recenti acque alte eccezionali di novembre. Al momento conviviale ha partecipato un centinaio di persone, e sono stati raccolti poco meno di 5mila euro lordi: a farsi alfieri dell'evento sono state anche le categorie degli albergatori e dei concessionari balneari, oltre al consorzio di promozione turistica Lidi di Chioggia, che hanno convogliato a tavola molti dei propri associati.
Particolarmente coinvolgente il discorso tenuto da un residente nell'isola di Pellestrina, duramente colpita dalle mareggiate: là c'è stato chi ha perso davvero tutto, anche perché da anni una ondata del genere non si abbatteva sia dal lato del mare che da quello della laguna, comportando cambiamenti nella stessa costruzione degli alloggi e nella dislocazione degli spazi interni di modo da far fronte all'acqua alta. Oltre al sostegno alle imprese di Chioggia e di Sottomarina, infatti, i promotori della serata hanno inteso aiutare l'associazione Gianna Ballarin di Pellestrina mettendo a disposizione un conto corrente per le donazioni.
In chiusura l'intervento di Carlo Alberto Tesserin, primo Procuratore di San Marco, che oltre a ricordare i danni subiti dal patrimonio artistico veneziano ha dichiarato che «il fenomeno non è stato ancora avvertito per la sua reale portata, anche superiore al 1966, in quanto la forza del vento ha procurato più danni che allora«. La marea eccezionale - continua Tesserin - dura da tanti giorni, e i pavimenti faticano a scaricare l'acqua del giorno prima, facendosi corrompere dalla salsedine.
«Meno male che a Chioggia abbiamo il Baby Mose - prosegue l'ex consigliere regionale - che salva la città fino a 135 centimetri di marea. Ma i danni alle spiagge, qua e là cancellate dalle acque, sono incalcolabili. E serve una forza istituzionale che faccia capire che l'attenzione deve continuare: perché Venezia è sotto l'occhio di tutti, Chioggia invece no. Teniamoci cara la reazione positiva dei cittadini e la Legge Speciale, visto che serviranno molti soldi per salvare la laguna».
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