Si chiama Luca Ciriello, ha 32 anni e viene da Napoli il regista vincitore del concorso "L'acqua sotto i piedi", lanciato da ZaLab in seno alla rassegna cinematografica Laguna Sud, curata da Andrea Segre. Il suo cortometraggio "Quaranta cavalli" è stato premiato ieri sera all'isola di San Domenico dalla giuria di qualità formata dall'attore Giuseppe Battiston, dallo scrittore Sandro Frizziero e dal regista Claudio Cupellini: Ciriello ha prevalso su altri cinque concorrenti, raccontando senza filtri e con notevoli capacità registiche le vicissitudini quotidiane di alcuni adolescenti appassionati di barchini. La sua pellicola sarà proiettata venerdì 11 settembre al Lido di Venezia, durante la Mostra del Cinema, nella sezione Giornate degli Autori: e non è escluso il corteo acqueo dei giovani protagonisti fino alla kermesse.
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Il premio del pubblico presente ieri sera ha decretato invece la vittoria di "Senza titolo", opera della regista massese Maria Matilde Fondi, che ha ritratto con grande senso della fotografia la voga spirituale della pellestrinotta Antonia Zennaro fino al capitello situato al centro della laguna, come un moderno ex voto.
Gli altri documentari in concorso hanno spaziato dall'iniziazione alla pesca dell'ultimo rampollo di una famiglia di mare ai problemi generati dal rischio di eccessivo turismo come a Venezia, dalla paura che l'acqua può fare quando rompe gli argini in attesa del Mose all'attesa di clienti di un nuovo oste lungo la riva di San Domenico. Ai cineasti premiati anche le pipe in terracotta dell'artigiano Giorgio Boscolo e una cesta di prodotti tipici locali.
Dalle ore 19 di oggi, intanto, la troupe di "Io sono Li" si ritrova nel giardino di palazzo Grassi, dove gli stessi Segre e Battiston riabbracceranno Spartaco, Amleto, Baffo e tanti di coloro che fra il 2010 e il 2011 hanno condiviso un'esperienza destinata a segnare non solo la carriera del regista padovano, ma anche l'attenzione cinematografica verso la città. Un successo di pubblico e di critica che dopo dieci anni non accenna a calare, e che anzi ha aperto nuove porte alla relazione tra Chioggia e la sua immagine filmata.
Non ultima nei soggetti di questi giovani autori, che hanno avuto 15 giorni di tempo in residenza artistica per imbastire storie e far prendere il loro corso. E poco importa se l'immagine che ne esce non è quella patinata e coi lustrini di chi vorrebbe una città diversa: si parla pur sempre di "cinema del reale".
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