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lunedì 8 luglio 2019

CENTO VISITATORI SABATO SCORSO A SAN FELICE: AL FORTE STA RINASCENDO LA LIQUIRIZIA

Bisognava essere un po’ temerari per incamminarsi nel pomeriggio di sabato 6 luglio sotto il sole cocente lungo la strada dei Murazzi per arrivare al Forte San Felice, all’appuntamento di visite guidate in programma a cura dell’omonimo comitato! Una sauna prima di salire sui bastioni del Forte: a quando la conclusione dei lavori del MOSE con la riapertura dell’accesso ben più agevole dalla diga? Sono stati comunque 100 i visitatori, ripagati come sempre dalla bellezza del sito, con percorsi curati come solito dal farista Diego Nordio e vigilati dai volontari dell’Associazione Bersaglieri. Ben 80 provenivano da fuori Chioggia, alcuni che hanno visitato luoghi simili (ad esempio, Forte San Andrea a Venezia), capaci di fare confronti e di apprezzare lo straordinario valore delle testimonianze di 650 anni di storia presenti nel Forte, dal castello medievale alle fortificazioni del Novecento. Il racconto appassionato delle guide del Comitato riesce a rendere avvincente la visita, ricavandone sostegno all’impegno verso gli enti competenti per il pieno recupero e la valorizzazione del Forte. Alcune persone sono venute in visita per il secondo anno, hanno verificato con piacere i risultati dei primi interventi, hanno espresso l’intenzione di tornare anche il prossimo anno per vedere cantieri ancor più consistenti.
Lo stupore prende tutti immediatamente quando a conclusione della visita si sale sul belvedere, il piccolo bastione liberato dalla vegetazione infestante, con vista magnifica verso la laguna e la città: incessante scattare di foto per fissare momenti di meraviglia. Il piccolo belvedere esalta il valore paesaggistico del Forte e accende l’immaginazione dei visitatori su quali prospettive si avrebbero con il recupero di percorsi lungo tutto il perimetro dei bastioni. Oltre la storia e il paesaggio, c’è un elemento che accende la curiosità dei visitatori, ed è la presenza della pianta della liquirizia nel Forte. «Ma come, la liquirizia non si trova in Calabria?», è l’espressione ogni volta ricorrente. Una presenza secolare sui bastioni, utilizzata per dare consistenza al terrapieno con il suo apparato radicale profondo, senza limitare la necessaria visibilità dal momento che non cresce in altezza mai più di un metro. La si vede da lontano in distese ancora considerevoli su tratti assolati sopra i bastioni ad est, fortemente insidiata dalla vegetazione infestante, ma poi si può osservare da vicino la decina di esemplari ricresciuti accanto al muretto del belvedere appena liberato dalla giungla di canne che pareva averne eliminato completamente la presenza. La sua salvaguardia è importante sia dal punto di vista naturalistico che storico: per tanti anni si è assistito ad un fenomeno particolare non spiegato, la mancata formazione della fioritura. In questi giorni, in area lontana dai percorsi di visita -resa accessibile dagli interventi per la ricerca di edifici sommersi dalla vegetazione- abbiamo individuato un paio di esemplari forniti di racemi con piccoli fiori: un incoraggiante segnale di possibile ripresa.

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