Pasqua di Resurrezione, nel secondo anno dell'era Covid. Il vescovo Adriano Tessarollo ha celebrato stamane nella Cattedrale la funzione speciale della ricorrenza, ricordando la situazione che non si pensava si sarebbe potuta vivere per dodici mesi consecutivi: «È da oltre un anno che ci sembra di vivere, per usare una immagine del profeta Daniele, come in una "fornace ardente"», ha detto monsignor Tessarollo nel suo editoriale dalle pagine del settimanale diocesano Nuova Scintilla.
«È una situazione che ha creato morte, sospensione di tante attività umane, culturali e lavorative, limitazione di rapporti personali anche tra familiari, amici e parenti. Bambini e studenti sono stati privati di libertà di associazione, di godere degli spazi ricreativi in compagnia dei loro amici. Ne hanno sofferto giovani, adulti e anziani a causa del notevole ridimensionamento delle manifestazioni sociali e religiose». Il duplice augurio del vescovo arriva nelle parole successive: la speranza è «non aver vissuto questa esperienza invano, come ricorda spesso papa Francesco.
Diventi una lezione che ci migliora nel rispetto della natura, nella sobrietà di vita, nella solidarietà, nella fratellanza umana e nella comprensione piena del senso presente e ultimo della vita, come insegna la Pasqua di Cristo». Il secondo augurio è che, «come annuncia il ciliegio in fiore, anche le nostre vite possano presto tornare a "rifiorire", liberate dalla pandemia, dalle sue paure e restrizioni».
Nessun commento:
Posta un commento